Rapporti di ricerca sulla vita sessuale delle formiche australiane e sugli ultimi avvistamenti di corridori onirici

mercoledì 31 ottobre 2007

Pamelo. Le sventure della buona volontà. Capitolo 3.

L’aspetto peggiore dei lavori forzati non era tanto di dover passare gli anni migliori della sua vita a spalare cacche di cinghiale e scavare cunicoli nel bosco, ma l’assoluta stupidità e mancanza di ironia degli elfimeri. Se faceva una battuta, restavano seri o se ne uscivano con banali considerazioni sul tempo e la caduta delle foglie in autunno; se invece raccontava una storia triste ridevano o facevano apprezzamenti sulla dolcezza delle bacche. Ogni volta che chiedeva perché l’avessero condannato rispondevano con frasi nonsense e proverbi.
Pamelo impiegò due anni a capire che gli elfimeri non erano né pazzi né ritardati, ma avevano un complicatissimo sistema di comunicazione differito. A rendere le cose ancora più difficili c’erano le diverse scuole di tecnica conversazionale. La più immediata era quella proposizionale-tri-differita semplice, detta anche “trallallero trallalà”.
Per fortuna Baccasfondata, la compagna di catena di Pamelo, apparteneva a questa scuola. Ecco un esempio delle loro conversazioni.
Pamelo: Che caldo oggi!
Baccasfondata (Bacca per gli amici): Trallallero
Pamelo: Non riuscivo proprio ad alzarmi stamattina
Bacca: Trallalà
Pamelo: Scusa, ma che stai cantando?
Bacca: Arriva l’estate.
Pamelo: Mai sentita ‘sta canzone… sai che ci danno per il rancio oggi?
Bacca: Anch’io
Pamelo: Sé, ma come fai a cantarla se non l’hai mai sentita? Senti, ma a te per cosa ti hanno condannato?
Bacca: Niente
Pamelo: Anch’io sono innocente: mi hanno incastrato. Non è che, per caso, sai di cosa sono accusato?
Bacca: Pasta e fagioli.
Pamelo: Cosa?! Cinque anni di lavori forzati per una pasta e fagioli?
Bacca: Non sono fatti tuoi!
Pamelo: Certo che sono fatti miei, in questo momento dovrei essere all’università, farmi una cultura, andare ai concerti, uscire con gli amici, invece sono qui a spezzarmi la schiena per una pasta e fagioli (Pamelo scoppia in sconsolati singhiozzi) Sobb! Sniff… hai un fazzoletto, per favore?
Bacca: Non lo so. Chiedilo al caposquadra.
Naturalmente Baccasfondata stava rispondendo alla domanda che Pamelo le aveva fatto tre turni prima, ma il giovane non aveva ancora capito il sistema “trallallero trallalà”, per cui smise di scavare e, asciugandosi le lacrime col dorso della camicia, chiese un fazzoletto al caposquadra.
Questi prima gli scoppiò a ridire in faccia e poi gli diede una bastonata sulla testa. Ciuffolotto, nonostante quel che si può arguire da questa reazione, non era un feroce secondino, ma un adepto alla scuola conversazionale dei Replicanti del Settimo Giorno, e stava semplicemente rispondendo a un fatto accaduto la settimana precedente.
Non c’è da sorprendersi che Pamelo si sentisse solo e incompreso e faticasse ad inserirsi nella società elfimera: c’erano più di 50 scuole conversazionali ed anche se avesse imparato le regole delle più semplici, ci sarebbero volute ore di equivoci e nonsense prima di capire a quale scuola appartenesse l’interlocutore.
Con quelli che si limitavano a differire qualche turno, come i Trallallero, bastava avere un po’ di pazienza. Ma con altri la risposta poteva arrivare dopo giorni o settimane, quando ormai Pamelo non ricordava neanche la domanda o l’informazione non gli serviva più.
Senza contare che poteva essere molto snervante l’attesa della reazione di un elfimero di cui aveva urtato la sensibilità. Magari al momento gli sorrideva o cantava una canzoncina e il giorno dopo, quando Pamelo se ne stava pacifico a spiluccare la sua minestra di frutti di bosco, l’elfimero offeso gli spediva una palla di fango nel piatto.
Dopo due anni di tentativi Pamelo venne finalmente a sapere il motivo per cui il suo usurpatore Puffinbocca era stato condannato.
Si trattava di “pigrizia generalizzata ed eresia conversazionale”. In pratica Puffinbocca se l’era spassata tutto il tempo. Si rifiutava di lavorare e di rendersi utile in qualunque modo e, avendo tanto tempo a disposizione, aveva inventato un’altra scuola conversazionale, per l’esattezza una variante della Turnazione Incrociata Multipla di Sette al Quadrato. Secondo la legge elfimera i cinque anni di lavori forzati non erano altro che la replica differita agli anni in cui il reo se n’era stato a poltrire. In genere la società elfimera era molto aperta alle nuove forme di comunicazione, ma prima che una nuova scuola venisse approvata e resa ufficiale, doveva essere seguita clandestinamente per circa cinque anni, tanto per introdurre un po’ di divertimento sovversivo. E l’inventore, dopo aver scontato la pena, diventava una celebrità.
Se Pamelo non avesse avuto fino a quel momento abbastanza motivi per odiare Puffinbocca, questa sarebbe stata la classica goccia… Ma il giovane, dopo aver progettato per mesi sanguinarie vendette, perse ogni interesse nel modo in cui avrebbe ucciso l’elfimero, finché decise che si sarebbe limitato ad ascoltare civilmente le sue ragioni, prima di agire.
Poteva aver imparato i vari metodi di comunicazione differita, ma restò sempre estraneo alla psicologia elfimera e alla capacità di programmare e rimandare le emozioni.
Perciò, quando giunse il sospirato giorno della liberazione e dell’incontro con l’usurpatore, Pamelo era d’animo molto più tranquillo e ragionevole di quanto avrebbe desiderato essere…

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