Rapporti di ricerca sulla vita sessuale delle formiche australiane e sugli ultimi avvistamenti di corridori onirici

martedì 9 ottobre 2007

Un eroe taoista nella fantascienza anti-utopica

URSULA K. LE GUIN
La Falce Dei Cieli
E se i sogni potessero davvero cambiare la realtà. Se al risveglio trovassimo il mondo trasformato dai nostri parti onirici?
Quello che accade nei sogni è incontrollabile, a meno che tu non sia andato a scuola di psicomagia da Jodorowski o a lezioni private da uno sciamano. Perciò il superpotere onirico di George Orr, il fragile e timido protagonista del romanzo, è orrendo e pericoloso.
George ne è talmente spaventato che tenta il suicidio e viene affidato in terapia “volontaria” al dottor Haber. Questi è uno psicanalista dal carattere forte (probabilmente di quelli che ti stritolano la mano senza ragione quando si presentano), un uomo ambizioso e sicuro di sé.
In principio disprezza il suo paziente per la sua “debolezza” (per le persone come Haber, vale a dire per il 70% della popolazione mondiale, gentilezza, mitezza e scarsa propensione alla competitività sono considerate “debolezza”). Quando Haber ha le prove del potere di Orr, si convince di essere in grado di controllarlo (attraverso un macchinario che sfrutta l’ipnosi) e usarlo “per il bene dell’umanità”, al tempo afflitta da sovrappopolazione, inquinamento, malattie, odio razziale ecc.
Così il dottor Haber, sicuro di agire per il bene, in un delirio di onnipotenza, porta il mondo alla rovina.
La Falce dei Cieli, recente riedito dalla Nord, è uno dei migliori romanzi di Ursula Le Guin ed è probabilmente quello in cui meglio dispiega il suo “principio della non-azione”. Di fronte a eroi forti, sicuri di sé (e della propria comprensione del mondo e discernimento del bene e del male), che spesso agiscono per istinto, sapienza o per qualche superpotere, Ursula Le Guin pone i suoi eroi incerti, miti, riflessivi, che ammettono socraticamente di non sapere e che tuttavia sanno che spesso l’azione più giusta è l’inerzia, la non-azione (e qui siamo nel Taoismo puro, che permea gran parte dell’opera di Ursula Le Guin).

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