Non la conoscevo questa giovane band campana quando un paio di settimane fa sono andata al concerto di promozione del nuovo album. I Toys li avevo intravisti solo sulla chart dei miei vicini musicali su lastfm, ma non vi avevo prestato attenzione. E’ vero che i miei vicini hanno degli ottimi gusti (d’altronde sono “vicini” proprio perché i loro ascolti sono molto simili ai miei), però a volte mettono su della roba raccapricciante e, siccome per ora non ho prove certe che vivrò in eterno e che in paradiso si rockeggi, non posso ascoltare tutti i dischi che escono. Poi, visto che era un sabato e non avevo nient’altro da fare, sono andata al Circolo a vederli, senza molte aspettative.
Sul palco sono timidi, quasi gelidi, suonano un po’ sulle loro, senza interagire col pubblico, a là Arctic Monkeys. Ma la musica è potente, si percepisce dalla prima canzone che possono competere con le migliori indie band in uno scenario internazionale.
Sul palco sono timidi, quasi gelidi, suonano un po’ sulle loro, senza interagire col pubblico, a là Arctic Monkeys. Ma la musica è potente, si percepisce dalla prima canzone che possono competere con le migliori indie band in uno scenario internazionale.
Ricordo che durante il concerto ho pensato: ah, ecco, si chiamano A Toys Orchestra perché gli piace giocare con la musica, rimodulare i riferimenti ad altre band con freschezza e originalità, come fanno i bambini (anche se il risultato è tutt’altro che naif), e perché nelle canzoni si respira un’aria da vecchi giocattoli fatti a mano, buffi e inquietanti. Se questa descrizione vi ricorda i giochi delicati, ma stucchevoli delle sorelle Cocorosie, devo precisare che gli A Toys Orchestra ne sono molto lontani: il loro è rock puro e incisivo, che non stanca, ma cresce con gli ascolti.
Se nel precedente disco Cuckoo Bohoo erano fin troppo ancorati al modello noise rock dei Blonde Redhead, in Technicolor Dream trovano una strada sonora originale, seppure ricca di riferimenti che vanno dai Beatles di Stg. Peppers ai Pink Floyd, dal Nick Cave delle Murder Ballads fino ai più recenti Coldplay.
C’è malinconia e passione in questo disco, canzoni di chitarre e retrogusto folk, canzoni che si aprono con carillon di pianoforte ed esplodono in ballate melodiche di raro impatto, toni epici e pop più leggero, raffinati inserti elettronici e cori indie, linee melodiche bellissime incupite da sonorità noise. Ogni canzone é ricca di cambi ritmici, pastiche stilistici raffinati che impreziosiscono l’impasto sonoro, senza fargli perdere la freschezza e la capacità di emozionare. Tredici tracce che si susseguono compatte e senza cadute di tono, che avvincono come i capitoli di un romanzo (mmm… se fosse un libro? La bottega dei giocattoli di Angela Carter).
Uno dei migliori album del 2007 nello scenario internazionale. Il migliore sicuramente in quello italiano.
Tracklist:
- Invisible
- Cornice dance
- Mrs. Macabrette
- Letter to myself
- Ease off the bit
- Powder on the words
- Amnesy international
- Santa Barbara
- Bug embrace
- Danish cookie blue box
- Technicolor dream
- B4 I walk away
- Panic attack #3
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