Rapporti di ricerca sulla vita sessuale delle formiche australiane e sugli ultimi avvistamenti di corridori onirici

venerdì 29 gennaio 2010

Prima presentazione del libro

Presentazione in anteprima del libro Al buio non parliamo delle stagioni
Relatori: la dottoressa Francesca Toglia, e il poeta scrittore Marco Managò.

QuandoSabato 13 FEBBRAIO 2010 alle ore 19

Dove: Libreria "IL MATTONE" in via Bresadola 12/14 Roma. (Telefono 06.25210252)

Come arrivare:
in auto: potete arrivare dalla via Prenestina, per 4 km all'interno del raccordo Anulare o da Porta Maggiore, sempre prendendo la Prenestina
coi mezzi pubblici: tram 5, 14 o 19.
col deltaplano: guardando il cupolone, virate a sud-est, sfruttando le correnti ascensionali degli sfiatatoi della stazione Termini, e scendete sul primo terrazzo disponibile nei pressi del quartiere Centocelle.
col teletrasporto: impostate sulle coordinate 42?ZZTOP.,:..
A beneficio di chi viene con la mongolfiera o il deltaplano, metto una mappa:



Vi aspetto!

Marialuisa

giovedì 28 gennaio 2010

Al buio non parliamo delle stagioni

Cari lettori del blog, affezionati o capitati qui per caso, è con gioia che annuncio l'uscita del mio primo libro.

Al buio non parliamo delle stagioni
Scheda tecnica:



Titolo: Al buio non parliamo delle stagioni
Autore: Marialuisa Amodio
Prezzo: € 9,50
Pagine: 120
Isbn: 978-88-96099-25-4
Anno: 2010
Genere: Racconti
Collana: Narrando
Editore: Albus Edizioni

La foto di copertina è della bravissima Julia Franken (sito)

Dalla prefazione di Tullio Dobner (scrittore e traduttore ufficiale di Stephen King):

"Marialuisa tesse questa sua tela tra l’ammiccante e il commovente con un filo pulito di inchiostro noir che non conosce le sbavature ed è questo un aspetto che particolarmente mi rincuora. Una volta tanto nel leggere ho sentito emergere una personalità originale e, mi permetto, anche di grande interesse. Il fatto che, a differenza di tanti “nuovi” scrittori non abbia sentito la necessità di imitare chi l’ha preceduta è una qualità che merita una lode specifica.
Scrivere “con” il lettore e non “per” il lettore è indice di talento vero."


E, in esclusiva per i lettori del blog, alcuni stralci del libro:

da "Primavera - Crescere è normale"

Al ragazzo cominciarono a crescere le braccia e non si fermarono più.
Iniziò con una violenta febbre che rasentava il quarantadue.
A tutti i suoi compagni capitava di stare a casa una settimana e tornare a scuola più alti di dieci centimetri.
Una normale febbre della crescita.
Sandro restò a letto solo una notte e un giorno.
Quando si alzò, poteva toccarsi le ginocchia con le mani.

da "Estate - La vacanza"

E le braccia continuano a mescolare, mentre il resto del corpo, ormai senza testa, si liquefa in una cremina di grasso, sangue e sudore, scivolando denso lungo i bordi della pignatta. Anche le ossa rimaste scoperte, friabili come zucchero, entrano nell’impasto. Il ventre ondeggia e si ripiega sulle gambe, inglobandole e facendole implodere in una massa gelatinosa che precipita verso i piccoli piedi sformati dalle scarpe strette, finché tutto il tremolante, informe ammasso della fu parte inferiore del corpo della Rubini è risucchiato nella pentola...

da "Autunno - Polvere"

Viveva in quella casa una donna cieca che per conoscere le cose leccava la polvere. Una lunga malattia l’aveva resa paralitica e le aveva atrofizzato i sensi.
La sua lingua soltanto era viva. S’insinuava in una fessura fra i mobili, dove la polvere s’era nascosta da anni, e di ogni granello riconosceva la provenienza...
da "Inverno - Il campo"

Nella penombra ambrata dal sole, fra questi manichini sorridenti coi capelli rigidi per lo sporco, questi enormi orsi di pezza le cui repliche vive verranno a cercarmi fra qualche ora e l'odore di plastica bruciata, mi sento al sicuro.

Che tu nasca bambino o adulto non dimenticherai mai i primi tempi nel Nido e i grandi giocattoli buoni che ti hanno coccolato nel buio, quando fuori soffiava il vento e non sapevi ancora i nomi e le dimensioni delle cose.

È possibile leggere "Polvere" in versione ridotta sul sito di oblique e cliccando qui potete scaricare i racconti della serata 8x8 (fra cui il mio "polvere") in pdf.

.... tutta questa "gioia" deve avermi dato alla testa: quando mai ho pubblicato nel blog dei testi colorati?... mah!

sabato 23 gennaio 2010

10 buoni motivi per alzarsi il sabato mattina


1 Il cuscino sta prendendo fuoco a causa di una fusione nucleare fra gli atomi del tessuto sintetico di bassa qualità della federa e quelli del cuoio capelluto, mutato da una interferenza onirica ad alta frequenza.
2 Il gatto ti sta puntando una pistola alla testa perché vuole i croccantini. E non quelli al tacchintonno che gli hai comprato l'altra volta, perché è contrario ai cibi transgenici. La carne di tacchintonno potrebbe spiegare anche perché il tuo gatto sia in grado di puntarti una pistola alla testa.
3 I vicini del piano di sotto stanno montando i nuovi lampadari, usando l'ultimo kit di attrezzi di ikea ispirato a Guerre Stellari. Ma non hanno interpretato bene i disegni delle istruzioni (forse sarebbero più comprensibili istruzioni scritte in svedese), regolando male la spada laser che ha fatto venire giù il soffitto, te, il letto, il gatto e la pistola.
4 La sveglia digitale che tutte le mattine ti ricorda che devi morire (perché l'hai impostata così, sai di essere una persona distratta e non vuoi dimenticare le cose importanti) non ha funzionato. Senti l'impellente necessità di fare qualcosa che te lo ricordi.
5 Dividi il monolocale con un tizio che lavora di notte in ospedale come inserviente ed è il suo turno di andare a dormire. Questo non sarebbe un buon motivo, visto che potresti anche mandarlo a quel paese e dirgli di dormire sul tappeto, se il tuo coinquilino non fosse un vampiro assetato di sangue e piuttosto irritabile al ritorno dal lavoro.
6 Le cimici che hai comprato su ebay, credendo di acquistare un kit tecnologico incredibilmente avanzato per spiare i vicini, si sono rivelate insetti alieni incredibilmente avanzati e hanno appena trasportato il tuo materasso sul loro pianeta natale.
7 Le tartarughe guardiane dell'Ordine Mondiale delle Azioni Necessarie per la Salvaguardia del Pianeta hanno scoperto che era di vitale importanza che ti alzassi presto questo sabato mattina o l'universo sarebbe imploso.
8 Fuori c'è il sole e gli uccellini cantano. Il problema è che hai dimenticato di chiudere la finestra e abbassare l'avvolgibile e dovrai alzarti per rimediare.
9 Fuori ci sono tre soli e gli uccellini cadono a terra stecchiti. Sarà mica ora di raggiungere il rifugio anti-atomico in cantina?
10 Dopo il disastro atomico, gli scarafaggi hanno preso il potere e ti hanno ordinato di alzarti, anche se è sabato mattina, perché è il giorno della tua esecuzione come criminale di guerra e genocida.
Ricorda di far sparire tutte le prove (bottigliette di Baygon, trappole col veleno ecc.) prima di un disastro atomico.

Se ti sei alzato un sabato mattina, senza la giustificazione di uno di questi buoni motivi, hai compiuto un'azione non necessaria e riceverai una multa dalle tartarughe guardiane dell'Ordine Mondiale: da 100 a 1000 punti in meno di karma positivo.

sabato 16 gennaio 2010

Pillola Blu

Ero a Matera, con la mia famiglia. C'era anche mio marito. Stavamo passando dai miei le vacanze di Pasqua. Faceva insolitamente freddo per essere l'inizio della primavera. Torno a casa dopo una passeggiata in centro. Le strade sono coperte di ghiaccio e neve sporca.
"Dobbiamo partire subito" fa mio padre. "La temperatura si sta abbassando di nuovo."
E io "Che?". Resto imbambolata a guardare mia madre e i miei fratelli che radunano il necessario nelle valigie. Sembrano tutti preparati e sanno perfettamente cosa sta succedendo.
"Questa volta prendete tutto." continua mio padre. "Scenderà parecchio sotto lo zero e non sappiamo quando finirà."
Io continuo a riempire il mio zaino. Ci metto soprattutto libri. "Ma dove andiamo?"
"Alle casette. Mi sa che ci resteremo parecchio" risponde mia madre, come fosse la cosa più naturale del mondo.
Boh, che casette?, penso. Intanto parte il tg e mi ragguaglia su quello che sta succedendo nel mondo. Non ci sarà la primavera e neanche l'estate. Si prospetta un lungo e gelido inverno, col rischio che nessuna forma di vita sopravviva, perché la temperatura potrebbe raggiungere picchi improvvisi di 100 gradi sotto zero. E risalire poi a circa 80 gradi sopra lo zero.
Mentre i miei sono indaffarati nei preparativi, mi dico "Non è possibile. Sto sognando. Ora mi sveglio."
Aspetto. Niente. Sono ancora lì.
"Tieni le chiavi della macchina, vai a portare questa roba" fa mio padre, mollandomi un valigione e le chiavi. Le tocco. Sono dure e reali e la valigia pesa sul serio.
"Ma non è possibile! Questo deve essere un sogno. Mi devo svegliare. Svegliati! Svegliati! Svegliati!"
Devo averlo gridato perché mio marito mi fa "Ma la smetti? Dai che sta arrivando"
"Chi?"
"L'ondata di gelo."
"Ah, già, come no..."
Finisco di riempire lo zaino di libri e in una borsetta a parte metto l'i-pod touch, la carta d'identità e il portafoglio.
Provo ancora a svegliarmi. Fa sempre più freddo e tutto continua a essere reale e dettagliato. Mi convinco che deve essere reale. Allora la vita che ricordo? Quella che facevo a Roma, la nuova casa, il nuovo lavoro e soprattutto, l'assenza di questi repentini sbalzi climatici e della prospettiva di un eterno inverno? Era un sogno quella vita?
Saliamo tutti in macchina. Si sta stretti, perché c'è anche mio cognato (ma non erano ancora fidanzati nell'altra vita?). Siamo in otto in mezzo a un ammasso di borse e valigie.
Mio padre guida come un pazzo sulla strada ghiacciata. Gli grido di rallentare o finiremo per schiantarci. Ma non può o non arriveremo in tempo alle casette.
Ed eccoci, a queste famose casette. Un villagio di cottage climatizzati e iper-isolati, costruiti per l'emergenza. Ci sono appena quattro stanze, compresa la cucina. Addio privacy. Mentre scarichiamo la roba dalla macchina, mi accorgo di aver perso il mio zaino pieno di libri. Mi viene anche il sospetto che mio padre l'abbia lasciato a casa apposta perché lo riteneva un peso inutile. Allora ho cominciato ad angosciarmi, perché se era vero che questo inverno sarebbe durato chissà quanto, io sarei stata sigillata in un maledetto cottage per anni con la mia famiglia e senza un solo libro da leggere!
Chiedo a mio padre di riportarmi un attimo a casa. Non si può, ovviamente. L'ondata è quasi arrivata e non faremmo in tempo a tornare alle casette.
Ora è proprio un incubo. Devo trovare qualcosa da leggere. Ho un certo numero di ebook scaricati nell'i-pod, ma ho dimenticato il caricabatterie a casa e, anche potendo usare quello di mio marito, l'energia elettrica dovrà essere risparmiata per le cose di prima necessità, non per caricare uno stupido i-pod.
Ok, sto sognando. Questo non è possibile e io ricordo che la mia vita non era così. Se questo è un sogno, ora mi teletrasporto a casa e cerco lo zaino coi libri. Facile no?
Ma non funziona, neanche un po'. Non galleggio, non volo, non riesco a teletrasportami neanche di un millemetro.
Fa un freddo boia. Allora mi viene il sospetto che questa sia la realtà e che tutta la vita che ricordavo fosse il sogno. Sono entrata nel cottage e non ricordo cosa è successo.
Poi mi sono svegliata. La mia normalissima vita a Roma, senza l'ombra di un'era glaciale.
Ho interrogato l'oracolo google: sogni lucidi o sogni coscienti, ovvero esperienze oniriche in cui ci si accorge di star sognando. Trovo una lista di "test di realtà": operazioni come guardare l'orologio, saltare, leggere e rileggere un breve testo per capire se cambia...
Provo a fare qualche test di realtà ora che so di essere sveglia. Tanto per togliermi ogni dubbio... Funzionano.
Mi chiedo, se questo è un sogno, e io sto sognando di scrivere sul blog... allora ho anche sognato di cercare su google informazioni sui sogni lucidi e la lista di test di realtà che ho letto è solo un parto del mio subcosciente che ancora cerca di ingannarmi su cosa sia la realtà.
Non voglio provare a svegliarmi.  Cosa accadrebbe se sospettassi di sognare ora e provassi disperatamente a svegliarmi?
No, non ci provo nemmeno. Sono decisamente un tipo da pillola blu. Se non altro, qui ho una libreria piena.

domenica 10 gennaio 2010

Crescere

"Lascio la luce accesa?"
"No, mamma, il mostro non mi fa più paura."
"È perchè è entrato dentro di te, tesoro mio."

venerdì 8 gennaio 2010

L'ultimo uomo sulla terra

Luca P. aveva un talento innato per la procrastinazione. Si era manifestato molto precocemente, permettendogli di restare ben dieci mesi nel ventre materno. Aveva resistito anche ai tentavi di induzione al parto e l'avevano dovuto estrarre col cesareo. La fortuna l'aveva dotato di tanti altri talenti. Era intelligente e creativo e sarebbe potuto diventare uno scienziato geniale o uno stimato medico o uno scrittore da nobel. Ma il talento della procrastinazione rimandava a un eterno domani l'esercizio di ogni altra qualità e Luca dovette accontantersi di smistare la posta nella ditta dello zio materno. Le pile di lettere che si ammucchiavano sulla sua scrivania potevano ricordare certe installazioni di arte moderna delle gallerie alla moda, ma lo zio capiva di arte quanto di noccioline (non per colpa sua, era allergico) e lo licenziò, nonostante le proteste accorate della sorella.
Mentre Luca era febbrilmente occupato nel procrastinare la ricerca di un nuovo lavoro, si presentò la Morte.
Driiin
"Non posso aprire, sono occupato."
Driiiin driiiiiiiiiiiiiiiiin.
"Ho detto che ho da fare"
"Va bene, passo domani."
La Morte era una procrastinatrice quanto lo zio di Luca un amante di noccioline e arte contemporanea e il giorno successivo si presentò puntuale alla porta.
Driiiin.
"E daje!"
"Senti, sono la Morte. Anch'io sono molto occupata, si sta avvicinando l'Apocalisse e ho un sacco di vite da prendere. Facciamo così, domani ti uccidi da solo, così io non vengo più a disturbarti e mi porto anche avanti con il lavoro, va bene?"
"Domani? Affare fatto."
E l'Apocalisse cominciò. Trombe d'aria, gelate improvvise, tsunami, guerre, pestilenze e fame.
Ogni tanto la Morte telefonava a Luca.
"Hai fatto?"
"Se ti rispondo al telefono vuol dire che non ho ancora fatto, no?" rispondeva Luca seccato e riprendeva a pensare alle cose che avrebbe dovuto fare. Ormai la lista era più lunga dei numeri dell'elenco telefonico di New York (quello stampato prima dell'Apocalisse), quindi aveva davvero tanto da pensare.
Quando si disattivarono tutte le linee telefoniche, la Morte regalò a Luca un cercapersone alimentato a radiazioni, così non avrebbe più avuto la scusa che la linea non prendeva perché le bombe H avevano distrutto il vicino ripetitore.
Sulla terra rimasero in vita solo Luca, gli scarafaggi e qualche banda di mutanti insediatasi nel sottosuolo.
L'ultimo uomo sulla terra stava andando a caccia di bacarozzi per la cena sulla cresta di un profondo cratere creato da una bomba H, quando la Morte gli arrivò alle spalle e fece: "Buh!"
Era tutta allegra, la Morte, perché aveva finito il lavoro e si sentiva molto soddisfatta e a posto con la coscienza. Però c'era un dettaglio che la crucciava.
"Senti, Luca, ho fatto un lavoro così buono che rischio di restare disoccupata per l'eternità e l'eventualità mi ucciderebbe."
"Eh, lo vedo. Non potevi prenderti pure i bacarozzi e lasciare qualche pollo? A te che cambiava? Tanto sei vegetariana."
"Infatti, pensavo proprio di ripopolare un po' la terra. E per fortuna sei rimasto tu. Se ti mettessi con una di quelle donne mutanti del sottosuolo... hanno anche dei polli, sai? Polli con le zampe di maiale, ma pensa che buona la cotoletta che viene fuori... Insomma, dovresti fare dei figli, crescerli, allevare i maialpolli, piantare semi, ricostruire. Che ne dici di cominciare domani?"
"Sì, sì... domani." rispose Luca e, appena la Morte si voltò, fece un tuffo a palla, sfracellandosi nel fondo del cratere.
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