Rapporti di ricerca sulla vita sessuale delle formiche australiane e sugli ultimi avvistamenti di corridori onirici

sabato 16 gennaio 2010

Pillola Blu

Ero a Matera, con la mia famiglia. C'era anche mio marito. Stavamo passando dai miei le vacanze di Pasqua. Faceva insolitamente freddo per essere l'inizio della primavera. Torno a casa dopo una passeggiata in centro. Le strade sono coperte di ghiaccio e neve sporca.
"Dobbiamo partire subito" fa mio padre. "La temperatura si sta abbassando di nuovo."
E io "Che?". Resto imbambolata a guardare mia madre e i miei fratelli che radunano il necessario nelle valigie. Sembrano tutti preparati e sanno perfettamente cosa sta succedendo.
"Questa volta prendete tutto." continua mio padre. "Scenderà parecchio sotto lo zero e non sappiamo quando finirà."
Io continuo a riempire il mio zaino. Ci metto soprattutto libri. "Ma dove andiamo?"
"Alle casette. Mi sa che ci resteremo parecchio" risponde mia madre, come fosse la cosa più naturale del mondo.
Boh, che casette?, penso. Intanto parte il tg e mi ragguaglia su quello che sta succedendo nel mondo. Non ci sarà la primavera e neanche l'estate. Si prospetta un lungo e gelido inverno, col rischio che nessuna forma di vita sopravviva, perché la temperatura potrebbe raggiungere picchi improvvisi di 100 gradi sotto zero. E risalire poi a circa 80 gradi sopra lo zero.
Mentre i miei sono indaffarati nei preparativi, mi dico "Non è possibile. Sto sognando. Ora mi sveglio."
Aspetto. Niente. Sono ancora lì.
"Tieni le chiavi della macchina, vai a portare questa roba" fa mio padre, mollandomi un valigione e le chiavi. Le tocco. Sono dure e reali e la valigia pesa sul serio.
"Ma non è possibile! Questo deve essere un sogno. Mi devo svegliare. Svegliati! Svegliati! Svegliati!"
Devo averlo gridato perché mio marito mi fa "Ma la smetti? Dai che sta arrivando"
"Chi?"
"L'ondata di gelo."
"Ah, già, come no..."
Finisco di riempire lo zaino di libri e in una borsetta a parte metto l'i-pod touch, la carta d'identità e il portafoglio.
Provo ancora a svegliarmi. Fa sempre più freddo e tutto continua a essere reale e dettagliato. Mi convinco che deve essere reale. Allora la vita che ricordo? Quella che facevo a Roma, la nuova casa, il nuovo lavoro e soprattutto, l'assenza di questi repentini sbalzi climatici e della prospettiva di un eterno inverno? Era un sogno quella vita?
Saliamo tutti in macchina. Si sta stretti, perché c'è anche mio cognato (ma non erano ancora fidanzati nell'altra vita?). Siamo in otto in mezzo a un ammasso di borse e valigie.
Mio padre guida come un pazzo sulla strada ghiacciata. Gli grido di rallentare o finiremo per schiantarci. Ma non può o non arriveremo in tempo alle casette.
Ed eccoci, a queste famose casette. Un villagio di cottage climatizzati e iper-isolati, costruiti per l'emergenza. Ci sono appena quattro stanze, compresa la cucina. Addio privacy. Mentre scarichiamo la roba dalla macchina, mi accorgo di aver perso il mio zaino pieno di libri. Mi viene anche il sospetto che mio padre l'abbia lasciato a casa apposta perché lo riteneva un peso inutile. Allora ho cominciato ad angosciarmi, perché se era vero che questo inverno sarebbe durato chissà quanto, io sarei stata sigillata in un maledetto cottage per anni con la mia famiglia e senza un solo libro da leggere!
Chiedo a mio padre di riportarmi un attimo a casa. Non si può, ovviamente. L'ondata è quasi arrivata e non faremmo in tempo a tornare alle casette.
Ora è proprio un incubo. Devo trovare qualcosa da leggere. Ho un certo numero di ebook scaricati nell'i-pod, ma ho dimenticato il caricabatterie a casa e, anche potendo usare quello di mio marito, l'energia elettrica dovrà essere risparmiata per le cose di prima necessità, non per caricare uno stupido i-pod.
Ok, sto sognando. Questo non è possibile e io ricordo che la mia vita non era così. Se questo è un sogno, ora mi teletrasporto a casa e cerco lo zaino coi libri. Facile no?
Ma non funziona, neanche un po'. Non galleggio, non volo, non riesco a teletrasportami neanche di un millemetro.
Fa un freddo boia. Allora mi viene il sospetto che questa sia la realtà e che tutta la vita che ricordavo fosse il sogno. Sono entrata nel cottage e non ricordo cosa è successo.
Poi mi sono svegliata. La mia normalissima vita a Roma, senza l'ombra di un'era glaciale.
Ho interrogato l'oracolo google: sogni lucidi o sogni coscienti, ovvero esperienze oniriche in cui ci si accorge di star sognando. Trovo una lista di "test di realtà": operazioni come guardare l'orologio, saltare, leggere e rileggere un breve testo per capire se cambia...
Provo a fare qualche test di realtà ora che so di essere sveglia. Tanto per togliermi ogni dubbio... Funzionano.
Mi chiedo, se questo è un sogno, e io sto sognando di scrivere sul blog... allora ho anche sognato di cercare su google informazioni sui sogni lucidi e la lista di test di realtà che ho letto è solo un parto del mio subcosciente che ancora cerca di ingannarmi su cosa sia la realtà.
Non voglio provare a svegliarmi.  Cosa accadrebbe se sospettassi di sognare ora e provassi disperatamente a svegliarmi?
No, non ci provo nemmeno. Sono decisamente un tipo da pillola blu. Se non altro, qui ho una libreria piena.

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