Rapporti di ricerca sulla vita sessuale delle formiche australiane e sugli ultimi avvistamenti di corridori onirici

martedì 29 gennaio 2008

I venditori porta a porta di aspirapolvere e la natura mimetica del desiderio.

Qualche settimana fa ho ricevuto la visita di un venditore porta a porta e l’evento mi ha fatto riflettere sulla natura mimetica del desiderio. Ma questo era già annunciato nel titolo e si presume che io ora debba spiegare il come e il perché. Dunque, quando ho accettato di prendere l’appuntamento per la dimostrazione sapevo già che non avrei mai comprato l’aspirapolvere costruito con materiali della NASA che il tizio voleva propormi alla oceanica cifra di 4000 euro, anche se le sue parole sembravano suggerire che il miracoloso aggeggio era in grado di fermare le pestilenze e gli altri tre cavalieri dell’Apocalisse, nonché gli invisibili batteri alieni che si nascondono nei materassi per fiaccare lo spirito degli onesti lavoratori  e dei loro pargoli con nefaste malattie respiratorie, e neanche se si fosse trasformato in una navicella spaziale l’avrei comprato (anzi, forse in quel caso ci avrei fatto un pensiero). In definitiva, io volevo solo farmi pulire il materasso e magari anche i cuscini del divano-letto, che, non avendo un telo coprente, stanno accumulando polvere da circa quattro anni.
Immagino che le miei intenzioni siano balenate con chiarezza nella giovane ma arguta mente del venditore non appena ha messo piede nel mio monolocale. Anzi, forse giusto un secondo dopo che si era ripreso barcollante dall’inciampo nella bicicletta parcheggiata all’ingresso in mezzo a pile traballanti di riviste e buste per la raccolta differenziata. E se anche il monolocale fosse stato solo una copertura per un palazzo a 110 stanze in cui si accedeva dal ripostiglio soppalcato (e da ciò si deduce A- che avevo i soldi; B- che se avevo un castello magico nel soppalco non avevo mica bisogno dell’aspirapolvere!), l’evidente disordine e qualche sano deposito di polvere negli angoli dove non arriva la scopa lasciavano presagire che comunque non avrei comprato niente. Nonostante ciò, il ragazzo è stato gentile e ha fatto il suo dovere, pulendo, nel suo completino elegante, un po’ il pavimento, il materasso e, sotto mia richiesta, anche i cuscini del divano-letto. Nel frattempo, chiacchierando del più e del meno (no, in realtà lui recitava i poteri dell’aspirapolvere, ed io gli davo corda con esclamazioni e commenti ammirati, tanto perché non si dimenticasse di pulirmi tutto il materasso e anche i cuscini, che non erano previsti nella dimostrazione), ha scoperto che cerco un lavoro e si è prodigato nel tentativo di reclutarmi nel magico mondo dei venditori porta a porta.
Venditore: Guarda che si guadagna tantissimo. Un ragazzo che lavora da noi da due anni si è già comprato la mercedes e ha aperto il mutuo per un appartamento in centro. Ma ti rendi conto che a vent’anni già ti puoi fare il macchinone?
Io: Uhm
Venditore: E poi si sta bene. La mattina ci incontriamo in sede, mettiamo la musica, e facciamo degli esercizi di autoconvinzione per migliorare la fiducia. Stiamo lì un’ora, ci carichiamo tutti insieme…
Io: Uh. (………) Ci penserò. Lasciami il numero, magari.
No, non ho mai chiamato, anche se la prospettiva di assistere a questi riti mattutini di caricamento mi incuriosiva non poco.
Ora, senza mezzi termini, è chiaro che il ventenne venditore in carriera deve avermi classificata come una intellettualoide sfigata, ed io devo aver pensato a lui come a un amorfo fighetto. Non ha immaginato neanche per un secondo che il macchinone e i soldi non fossero al top delle mie priorità. Ed io, nel profondo e nonostante il mio relativismo, ho sempre reputato tali aspirazioni vuote e sinceramente poco allettanti (a parte che odio guidare), considerando degli idioti quelli che le coltivano. I nostri desideri sono differenti perché imitiamo modelli differenti (per il concetto di “natura mimetica del desiderio” vedi il saggio “La violenza e il sacro” di Renè Girard). Secondo Girard tutti abbiamo uno o più modelli e desideriamo quello che crediamo siano i desideri del nostro modello. E, data la natura del desiderio, tendiamo a reputare di valore assoluto i nostri modelli e a svalutare quelli degli altri, se non a rifiutare di riconoscerli. Se le differenze culturali si fanno tanto aspre e irrisolvibili sarà perché sono alimentate dell’ardore primario, viscerale e irrazionale del desiderio?
Ovviamente questi modelli e relativi desideri devono essere “legittimati” (per usare un concetto di Pierre Bourdieu), ovvero devono essere riconosciuti dal contesto sociale e culturale di riferimento. L’immediata conseguenza è avere dei rivali anche se desideri cose scomode o di nicchia. Perché vi è la necessità che l’oggetto del desiderio sia convalidato da qualcun altro, sia condiviso. E, conseguentemente, sia conteso. E di qui la violenza della competizione.
Condiviso e conteso sono termini interdipendenti nel campo del desiderio.
E’ possibile che qualcuno desideri un oggetto che nessuno ha mai desiderato? Penso di sì, ma solo involontariamente, perché interpreta male (o meglio, in modo singolare e innovativo) i desideri del suo modello. E da qui che hanno origine i pazzi. E i santi, credo. Solo che questi originali ermeneuti tendono a diventare immediatamente dei modelli per altri. E, per imitazione, diventano discepoli di se stessi. E rientrano nel corpo della società, mai più soli nel desiderio, in competizione con se stessi e con i propri discepoli.
Ok, se siete arrivati a leggere fin qui, passiamo alle conclusioni:
  1. Lo confesso, nascondo un palazzo di 110 stanze nel soppalco ed è lì che si riuniscono i venditori dell’aspirapolvere della NASA. Gli esercizi che fanno per caricarsi in realtà sono forme di indottrinamento rapido di arti marziali, tecniche di guerra psichica di Vega 10 e pensiero unilaterale pluricentrico, detto altrimenti: si preparano a conquistare il mondo.
  2. A causa dello studio dell’antropologia non riesco più a disprezzare davvero chi la pensa in modo diverso da me, chi ha gusti diversi, e non posso più odiare sinceramente chi ha modelli e desideri differenti (per non parlare del disagio di non poter più considerare naturali i miei sentimenti, gusti e desideri, ma di riconoscerli come derivazioni culturali). Per questo motivo, per poter esercitare quei meccanismi di competizione e violenza che ho inevitabilmente incorporato dall’infanzia, ho deciso di odiare l’antropologia.

lunedì 21 gennaio 2008

Die hölzerne Puppe di Julia Franken

 


Accade che in un periodo di bilanci, autocritica e rimpianti (ma non ho paura dei rimpianti, bisogna esser stati privi di immaginazione per non averne), un'amica mi invita a guardare il suo ultimo lavoro. Accade che è bellissimo e mi tocca profondamente. Ed ogni volta che lo guardo sento di nuovo salirmi l'emozione in gola, e restare lì, poiché nel video c'è abbastanza sottrazione e distacco (tende, cornici, ostacoli visivi) per non permetterle di uscire.
Tecnicamente è un lavoro elegante, ma intenso. C'è una continua tensione fra la sottrazione data da una fotografia raffinata e rarefatta e da inquadrature "incorniciate" e il pathos introdotto da improvvisi momenti di avvicinamento. Così la musica gioca fra minimalismo, silenzio e repentini crescendo emotivi. (Soundtrack originale di opossible)Trovo che sia una riuscita opera poetica, e come tale il senso è aperto all'interpretazione.
Vedo la bambola di legno del titolo come il momento perfetto della giovinezza matura. Il momento che non arriva mai, che non esiste, e che, d'improvviso, è già passato. E perduto.
La bambina è affascinata dalla bambola nella teca poiché è la promessa della sua futura femminilità, è quello che attende, la realizzazione delle sue possibiltà. La donna anziana  conserva la bambola immobile nella teca, e disapprova che la bimba la tocchi, poichè è il suo ricordo prezioso, la sua testimonianza, la sua giovinezza perduta, scolpita per sempre nella gabbia di vetro della memoria.
Di notte, complice la luna e il rumore dell'acqua (il corto è pieno di femminilità e simboli femminili), la bambina ruba la bambola, sottrendola all'immobilità del ricordo, finché la perde nell'acqua profonda del lago. E nel momento in cui quel simbolo di femminilità completa e giovinezza matura prende vita e danza per un istante per le due donne (incomplete), c'è il passaggio del testimone fra le generazioni e le età della vita.
E c'è la consapevolezza che non siamo mai completi, che quel momento di vita vera e piena, di femminilità matura, di giovinezza perfetta non è mai presente. Esiste solo in quel che deve ancora essere e in quel che è stato ed è perduto per sempre.

mercoledì 16 gennaio 2008

Scarabocchi a margine

#1
Del pericolo che una serata in discoteca e un cocktail di troppo inducano al misticismo.
Gambe, scarpe in moto robotico. Conformazioni differenti di carne, galassie di ossa capelli stelle di bigiotteria. Cerco di indossare un "carattere ombroso". Mi chiedono se mi annoio. Sono senza entusiasmo. Davanti a me una ragazza con una lunga cicatrice sul braccio sinistro. Non esistono.
Se tutti i componenti di questa folla esistessero per me, mi perderei.
Forse Dio è colui che sente l'esistenza di ognuno.

#2
Del non sapere cosa fare.
Cosa ti trovi ad essere?
Trovare un lavoro, apprendere le regole del vivere sociale, farsi passare una canna, svegliarsi alle 4 di mattina per assistere alla creazione del mondo, controllare la data di scadenza prima di comprare il latte. Attendere una morte giusta.

#3
Dell'alienazione e del dirigere proficuamente i flussi chimici del cervello.
Non partecipare alla grande alienazione, ma coltivare la propria piccola, personale alienazione come un giardino prezioso.
In fondo viviamo tutti differenti livelli di alienazione, selezionando solo determinati aspetti della realtà. La visione totale ci è preclusa. Siamo sempre esclusi da uno o più settori. Quelli che nel senso comune si definiscono "alienati" sono semplicemente esclusi dai settori più importanti, o più efficaci, o più alla moda. Sono forse meno svegli, o non hanno saputo interpretare i segni dell'alienazione all'ultimo grido, e probabilmente un'educazione sociale sbagliata li ha portati a disperdere i flussi chimici del cervello in azioni e sensazioni fuori moda. O profetiche. Se vedete un barbone trascinare un carrello della spesa pieno di bottiglie d'acqua piovana mentre grandina a dirotto forse sta dirigendo i flussi chimici verso una necessità futura, quando dopo la glaciazione ci saranno il deserto e la sete infinita. Non è un alienato, è solo prudente e previdente.
Ma l'alienzazione perfetta è quella degli scarafaggi, che erediteranno la terra. Forse dovremmo tutti allenarci ad allineare i nostri flussi chimici alla frequenza di quelli essenziali e saggi degli scarafaggi.

domenica 6 gennaio 2008

Love Stories

Il mio secondo cortometraggio. Nonostante gli effetti casalinghi è ancora quello che preferisco.



venerdì 4 gennaio 2008

Siti per ascoltare e scaricare musica gratuitamente e legalmente

Internet è l'Eldorado per gli instancabili esploratori di nuovi lidi musicali o per i turisti che vivono la musica come semplice intrattenimento. Tutti sappiamo come ascoltare e scaricare musica illegalmente (siiii... lo sappiamo). Ma è possibile nutrire la nostra insaziabile passione anche rannicchiandoci nelle rassicuranti braccia della legalità. Probabilmente molti conosceranno già i siti di cui fornirò una breve descrizione, ma c'è sempre chi non ne ha mai sentito parlare, ed è un piacere per me indicare la via della redenzione dal download illegale.

LAST FM: E' la RADIO SOCIALE su internet per eccellenza. Ed è anche la mia preferita, poiché mi ha permesso di scoprire moltissima nuova musica e di ampliare notevolemente i miei orizzonti sonori. E' possibile creare il proprio profilo e tenere traccia dei propri ascolti, creare playlist, ascoltare la radio dei vicini o dei consigli (i vicini sono gli ascoltatori con gusti musicali simili e i consigli vengono individuati in base alla musica ascoltata durante la settimana). Da non sottovalutare, infatti, è la dimensione SOCIALE di last.fm, avvero la possibilità di avere "amici" e "vicini", di iscriversi a gruppi di discussione (ce ne sono di ogni tipo: dai fan group a quelli tematici; ci sono persino quelli anagrafici), di lasciare messaggi nella bacheca di altri utenti, dei gruppi, dei musicisti. Il sito possiede anche un dettagliato calendario degli eventi: la ciliegina sulla torta è che non devi fare neanche lo sforzo di cercare i concerti dei tuoi artisti preferiti, poiché accedendo al link "eventi consigliati", trovi luogo e data dei live che potrebbero interessarti, calcolati sempre in base ai tuoi ascolti. In questo modo non rischi di perdere neanche un concerto.
Il sito funziona anche da database di informazioni sui gruppi: per ogni artista sono presenti una biografia, delle foto e recentemente anche dei video, oltre alla discografia e alla preview degli album. I tag permettono di individuare il genere.
Riassumendo: i pro sono la dimensione sociale, la possibilità di scoprire nuova musica (che il 90% delle volte ti piace sicuramente perché è calcolata in base agli ascolti di utenti con gusti simili ai tuoi. La componente "umana" e democratica della selezione, rende questa funzione molto più interessante di un mero calcolo di somiglianze fra gruppi fatto da case discografiche o critici musicali), le dettagliate panoramiche sui gruppi: video, album, foto, biografie ecc.
I contro: non è possibile ascoltare esattamente il brano o l'album che si desidera. A volte alcuni artisti mettono a disposizione lo streaming di tracce complete o il download di brani. Ma sono alquanto rari.

JANGO: Altra "Social Internet Radio", diretta concorrente di Last.fm. Il sito è in versione BETA, quindi i difettucci che elencherò potrebbero essere migliorati in futuro.  Differenze: non c'è un software da scaricare, perciò la radio non tiene traccia degli ascolti quotidiani, ma solo di quelli effettuati tramite il sito. Questo non permette di restituire un ritratto realistico delle proprie preferenze. Altro difetto rispetto a last .fm è una piattaforma di socializzazione molto meno sviluppata, quasi germinale, e un catalogo musicale abbastanza completo, ma non ai livelli della concorrente, dove è possibile trovare anche artisti ascoltati letteralmente da 4 gatti. Vantaggi: puoi ascoltare direttamente l'artista (e anche il brano) che ti interessa. I musicisti simili proposti sono più "fedeli" alle proprie aspettative, poiché si basano su affinità ufficiali. Inoltre puoi eliminare dalla lista quelli che non ti interessano e aggiungerne altri.
Per spiegare meglio la differenza di calcolo delle affinità fra i due siti, farò un esempio concreto.
Su Jango cerchi gli  Einstürzende Neubauten, e come artisti simili ti vengono proposti i Coil, i Ministry, i Nin Inch Nails, i Throbbing Gristle ecc. Insomma, gli industrial ufficiali.
Se invece cerchi gli EN su Last.fm, oltre ai succitati, potrebbe capitarti di ascoltare anche un Nick Cave And The Bad Seeds, che non è affatto un male, anzi... però non è sicuramente industrial.

Queste le radio sociali. La ragione per frequentarle non è ascoltare un determinato brano, ma a scoprire nuova musica e socializzare. Se invece non te ne importa niente di socializzare ed esplorare, ma vuoi semplicemente scaricarti un album legalmente o ascoltarlo per intero per valutarne l'acquisto (e non con quelle inutili preview di 30 secondi: qualcuno mi spieghi come si fa a valutare un brano ascoltando solo i primi 30 secondi! Magari un pezzo progressive o di elettronica sperimentale), leggi oltre.

Il sito è italiano e permette di scaricare gratuitamente interi album. E legalmente. I diritti sono pagati attraverso la pubblicità (devi sorbirti 30 secondi di spot ogni volta che scarichi un brano, ma puoi anche abbassare il volume e guardare altrove.) Il catalogo è abbastanza ampio e variegato, anche se insoddisfacente poiché manca circa il 95% della discografia mondiale. E sono stata generosa. Tuttavia, anche questo sito è in versione BETA e l'offerta sarà sicuramente ampliata. Attualmente, pescando dei nomi a caso, si possono scaricare album dei Led Zeppelin, dei Red Hot Chili Peppers, dei Dream Theater ecc. C'è anche un buon catalogo jazz e blues. Altri piccoli difetti: i brani sono in formato wma e protetti da drm. Questo significa che sono controllati e non puoi ascoltarli sull'ipod. Inoltre i brani scaricati sono privi di tag. Questo magari è un difetto solo per me che sono pignola e amo catalogare i miei dischi, ma se desiderate tenere in ordine la vostra musica attraverso una catalogo multimediale, i tag sono essenziali.
N.B.: Attualmente il sito presenta problemi nel funzionamento del download per i possessori di Mac.

Questo sito francese è la realizzazione del sogno di tutti gli appassionati di musica. Permette di ascoltare gratuitamente (quasi) tutta la musica che vuoi. Scegli esattamente il brano, l'artista o l'intero album e premi play: la qualità è discreta e il catalogo è espandibile. Significa che se manca il brano che vuoi ascoltare... puoi caricarlo tu stesso (previo consenso del webmaster). E' un pò un controsenso, ma è normale che un sito appena nato non possa contenere tutta la discografia prodotta su questa terra. Quindi o aspetti qualche mese che altri volenterosi procedano all'implementazione del catalogo, oppure ne approfitti, perché non si sa quanto a lungo un'iniziativa del genere possa sopravvivere. Altre chicche del sito: possibilità di creare playlist e di condividerle sul proprio blog.

Questo si può fare anche con last.fm, ma con ingenti limiti, alcuni superabili con qualche trucco, altri no. Ad esempio la playlist di last.fm deve contenere almeno 15 artisti diversi e può essere ascoltata solo in ordine casuale. Il primo limite si può superare con un trucco (vedete infatti la mia playlist della settimana. Si chiama NIXA (indovinate perché...) ed è composta solo da brani di Nick Cave And The Bad Seeds e degli Einstürzende Neubauten. Il trucco è questo: caricate i 15 artisti richiesti. Da lì in poi siete liberi di mettere anche 20 brani dello stesso artista. Dopo che avete creato la vostra sequenza, cancellate i primi 15 brani di artisti diversi, et voilà... il limite è aggirato. Purtroppo la riproduzione casuale non si può eliminare.)
Invece con Deezer condividete la playlist che avete creato, anche con i brani di un solo artista e con la possibilità di ascoltarli nell'ordine desiderato. Perché non ho sostituito la playlist last.fm con quella di Deezer? Eh, quella di Deezer andava lentissima e si bloccava. Infatti, in alcuni momenti particolarmente sovraccarichi della giornata, Deezer va a singhiozzo. Se il problema è stato risolto per quanto riguarda l'ascolto diretto sul sito, pare ci siano ancora rallentamenti nella fruizione delle playlist condivise.

Spero di esservi stata utile, e BUON ASCOLTO!

martedì 1 gennaio 2008

Genesi... e ritorno.

Ho passato l'ennesimo capodanno a ricordare nostalgicamente quelli che sono stati gli anni più belli della mia vita.  Studiavo cinema all'Accademia de L'Aquila e passavo la maggior parte del tempo a lamentarmi di quanto fosse vuota e provinciale quella città, e ad autodistruggermi un pochino.  E l'altra metà a fare dei folli corti dilettanteschi . Solo che allora non lo sapevo che erano giorni tanto preziosi.
I corti che da oggi presenterò su questo blog sono girati in modo artigianale e montati con le centraline in analogico. Ora ho la possibilità di risistemarli con avid, ma ho preferito non ritoccarli, poiché li sento più simili a dei "filmini" dei ricordi, che a dei prodotti con pretese "artistiche". Perché quando li guardo penso a quanto era stato difficile trovare una donna incinta. E al fatto che allora non avevo internet. E quindi per trovare i versetti della Genesi, visto che nessuno dei miei amici aveva la Bibbia, ero andata in chiesa. E la perpetua mi aveva aperto con sospetto. E avevo finto una crisi mistica per entrare nell'appartamento del prete a leggere la Bibbia. E mentre ricopiavo i versetti su un foglietto il prete mi guardava incerto se chiamare la polizia o trovare credibile una tale urgenza di leggere i testi sacri (e comunque non è facile fingere con efficacia una crisi mistica se si è atei). E di quando alle 5 del mattino per un corto di un mio amico abbiamo mummificato un nostro compagno con un lenzuolo stracciato e l'abbiamo sepolto fra le foglie in un bosco. E gli ho prestato le mie calze di nylon per tenerlo un pò caldo, che c'erano 7 gradi sotto lo zero. Poi si è preso comunque la bronchite (collant o no, stare nel terreno umido a quella temperatura non è salutare), ma eravamo disposti a tutto, ci prestavamo ad ogni azione massacrante, sadica e assurda per attuare le reciproche visioni. E di quando ho riempito il frigo di mani mozze e croci di cioccolato (per gli "effetti speciali" di un altro corto), destando le comprensibili preoccupazioni dei genitori della mia coinquilina in visita. Erano corti assurdi, girati male, anche brutti, ma erano anche stupendi e vivi.
Ho deciso di pubblicarli sul blog per ricordare. E perché amo le persone con cui ho vissuto in quegli anni. Persone che sono cambiate, hanno preso altre strade, come è naturale che sia. E forse per alcuni di loro non è stato un periodo così importante come lo è stato per me. Probabile che sia io l'unica sfigata. E, semmai qualcuno dei miei vecchi amici dovesse capitare su questo blog, spero che possa guardarli come li vedo io, come ricordi preziosi.
Gli altri amici e visitatori sono comunque invitati a guardare questo mio primo corto e a lasciare, se vogliono, un commento.


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