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martedì 8 aprile 2008

Xiu Xiu - Women As Lovers

Autore: Xiu Xiu
Titolo: Women As Lovers
Genere: alternative rock
Etichetta: Kill Rock Stars
Uscita : Gennaio '08
Tracklist:
I Do What I Want, When I Want
In Lust You Can Hear the Axe Fall
F.T.W.
No Friend Oh!
Guantanamo Canto
Under Pressure
Black Keyboard
Master of the Bump
You Are Pregnant, You Are Dead
The Leash
Child at Arms
Puff and Bunny
White Nerd
Gayle Lynn


14 canzoni in perfetto formato radiofonico (2-3 minuti) che col radiofonico c’entrano meno che il prezzemolo con la torta alla crema (ebbene sì, il famoso detto popolare sul prezzemolo è sbagliato: pensate che schifo mettere il prezzemolo nei bignè al cioccolato o nel caffè).
Infatti le 3 minutes pop song degli Xiu Xiu sono quanto di più lontano possa esserci dal piattume rock posticcio e carta carbone di cui ci nutrono mtv e le nostre emittenti.
Sicuramente non puoi ascoltare questo “Women As Lovers” (come qualsiasi altro disco dei nostri) facendo qualcos’altro, perché ti disturberebbe parecchio. Non sono le solite inoffensive e paciose canzonette pop rock che puoi mettere su mentre studi, chatti o guidi, perché quelle pause interrotte da trilli, riff anarchici di chitarra e irruzioni graffianti di sassofono e altri strumenti difficilmente identificabili ad un primo ascolto, ti farebbero saltare i nervi con conseguenze devastanti (chessò, insultare il fidanzato in viaggio studio all’estero in chat, o il fuoristrada che ti fa il sorpasso, con successivo probabile incidente). No, l’ascolto di queste 14 tracce richiede completa attenzione e dedizione.
Ma ne è meritevole? A voi la risposta. Ci sono persone che traggono un intenso piacere dallo svolgere astratte equazioni o risolvere rompicapi. Altre che usano il cubo di rubik solo come schiaccianoci o fermacarte. Personalmente sono a metà fra questi estremi. Dalla musica chiedo sperimentazione, stimolazione ed emozione.
In questo disco non manca il tentativo di emozionare con la splendida chiosa di “Gayle Linn” o la ballata “Master of the Bump”. Ma è un sentimento esangue.
Menzione a parte merita “Black Keyboad”, una struggente, delicata ballata in levare, sospesa fra le corde pizzicate della chitarra e il canto senza risoluzione di Stewart.
Altri pezzi, come “Child at Arms” con le sue variazioni isteriche, o “Puff and Bunny” coi suoi giochini cacofonici, potrebbero farti saltare i nervi soprattutto dopo che vi hai prestato attenzione.
La sgangherata cover di “Under Pressure”, che vede la partecipazione di Michael Gira, è un simpatico divertissement. E l’apprezziamo per questo. E per Gira, naturalmente.
Che lo troviate fastidioso e irritante, o che lo amiate per le sue intelligenti e stimolanti trovate musicali, è certamente un disco che non lascia indifferenti e non scivola via facilmente, come le tante, troppe, tonnellate di 3 minutes songs che quotidianamente ci ammorbano le orecchie e appiattiscono lo spirito.

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