Rapporti di ricerca sulla vita sessuale delle formiche australiane e sugli ultimi avvistamenti di corridori onirici

domenica 1 maggio 2011

Aspiranti cyberuomini in sala d'attesa

Qualche giorno fa sono andata a farmi una visita per delle crisi d'asma che mi stanno tormentando da gennaio. Secondo mio marito si tratta di un disturbo psicosomatico, perché ogni volta che nomina L.J.S. (l'autrice dei libri che sto traducendo) mi scatta l'asma, tipo il nitrito dei cavalli in Frankenstein Junior quando si nomina Frau Blucher. Può darsi, ma non è di questo che voglio parlare.

Sono le otto di mattina del giorno dopo pasquetta quando entro nella sala d'attesa del mio medico a Matera e trovo un gruppo di vecchietti intenti a discutere animatamente di transumanesimo, cibernetica e religione in salsa futuristico-eretica. Mi siedo. Forse non sono ancora del tutto sveglia. Sì, stanno proprio parlando di cicli di reincarnazione, realtà virtuali con echi matrixiani e dickiani, trasmigrazione delle anime nelle macchine. Vanno avanti per un'ora buona e alla fine il più giovane (un tipo robusto, capelli sale e pepe sotto la coppola, sulla sessantina) conclude: fra qualche anno la carne umana non esisterà più, saremo tutti robotizzati.

Stelarc, artista postumanista, in posa con il suo terzo orecchio
Tornando a casa ripenso alla conversazione dei vecchietti e mi chiedo perché mi sorprenda tanto che parlassero di transumanesimo e non di acciacchi, politica e ricordi di gioventù. Più che sorpresa provo sollievo. E la sensazione di sollievo diventa sempre più intensa quando entro in casa e trovo il televisore acceso in cucina che, come al solito, si guarda da solo. C'è la solita serie tv italiana del nonno per amico che ha il figlio carabiniere e il nipote prete (o qualcosa del genere, tanto sempre quelli sono gli ingredienti). Almeno il televisore è utile alla mia gatta che ci sta appollaiata sopra a guardare i fantasmi sul soffitto (è molto freddolosa ed è vecchiotta anche lei... forse dovrei passarle qualche saggio di cibernetica). Vado in camera e accendo il pc. Ronza come un calabrone asmatico ed è l'ultimo posto in cui vorrei trasmigrare, ma compie ancora il suo dovere e mi mostra subito le pagine che cercavo. Sono in vacanza, il medico mi ha assicurato che anche stavolta non sto per morire, almeno non di asma, e ho una gran voglia di andare al cinema (è una delle prime cose che mi viene in mente quando sono felice). Cerco fra i film italiani, perché almeno quest'anno vorrei dare i miei soldini a qualche produzione nostrana. E poi due anni fa è uscita una piccola perla (anzi un minerale alieno): L'uomo fiammifero di Marco Chiarino. Non sia mai dovesse ripetersi il miracolo. Ma, almeno nei mesi di marzo e aprile 2011 non tira aria di miracoli. È la solita pappa pseudo-manieristica di neo (nel senso di tumore) realismo italiano. Film in cui, se ci fosse una scena ambienta nella sala d'attesa di uno studio medico del Mezzogiorno (ahia), i vecchietti innanzitutto sarebbero definiti "nonni" (anche se si fossero fatti sterilizzare a cinque anni) e parlerebbero di acciacchi, di nipoti carabinieri, di ricordi di gioventù, di quando si stava peggio, ma si stava meglio e di scottanti temi d'attualità. Tutto nei termini più banali e annacquati possibili.
Questi film pretendono di descrivere la realtà, ma, per fortuna, la realtà è ben diversa.

2 commenti:

  1. Ma ecco no
    I film non li guardo mai
    e faccio male
    lo so
    e dovrei
    ma o fai questo o fai quello
    qualcosa non fai
    e non faccio la cosa dei film
    oggi però mi è capitato di guardare Rapunzel
    che poi
    i cartoni di solito li guardo
    ogni tanto
    epperò c'era la giornata dello studente
    e avevo l'unica classe rimasta a scuola
    sti barbagianni gnucchi mezzi beoti
    e allora va
    ho detto okay
    guardatevi sto katzuo di raperonzola
    antipatica poi
    e insomma
    che me lo guardo anche io pensavo
    e invece.
    era troppo lungo!
    e me ne sono dovuto andare sulla scena finale
    quando lei deve tipo guarire lui
    diventando schiava della cattiva matrigna
    oppure no
    e io mica so come è andato a finire poi?
    E così sono rimasto con l'irritazione
    e tutto questo per dirti che insomma
    potrebbe succederti di non riuscire a vedere il finale di un cartone
    e quelli sì che son drammi
    mica che le produzioni italiani sian più fantasmiche di ciò che vede il tuo micio!
    Insomma... rallegrati :)
    Ciao!
    R.

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  2. Ma Rapunzel è noiosissimo. Io l'ho visto tutto, ma nemmeno me lo ricordo il finale. Non ti sei perso niente... sempre la solita melassa Disney col restyling digitale.
    Ti segnalo un paio di film di animazione molto belli usciti l'anno scorso (se non li hai già visti): Fantastic Mr Fox di Wes Anderson (dal racconto di Roald Dahl)e L'illusionista di Chomet (quello di Appuntamento a Bellville, da una sceneggiatura di Tati). Meritano davvero.

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