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martedì 25 marzo 2008

Onora il padre e la madre

Il plot è perfettamente deducibile dal trailer e si capisce subito che questo film è costruito su un ottimo soggetto, uno di quelli che fanno sentire odor di successo solo a raccontarli. Se poi lo affidi al regista giusto, uno con una solida carriera alle spalle condita da tre, quattro capolavori, sei sicuro di non sbagliare. Infatti il film ha avuto buone recensioni e discreto successo al botteghino. Personalmente questo film mi sembra uno di quei vestiti di marca e di ottima fattura che, per qualche ragione, tendono sempre a finire nei recessi oscuri dell'armadio dopo appena una settimana che li hai comprati.
Certo Lumet ha ottantré anni e fa ancora dei signori film. Ma ho sempre detestato i bonus anagrafici, del tipo "Suonano bene per avere dodici anni" (e ti ritrovi un disco di merda, sì, suonato da dodicenni, ma pur sempre un disco di merda); oppure "A novant'anni sa ancora tenere in mano la macchina da presa" (sì, ma trema un pochino... vogliamo considerarla una scelta registica?).
Non è questo il caso, perché Lumet ha ancora la mano ferma: il film è ottimo, montaggio interessante, eleganza registica consolidata, gran soggetto, attori superlativi. Eppure...
Il problema credo sia una eccessiva fiducia nella forza del soggetto, una concentrazione appena sufficiente ad affinare gli aspetti tecnici che tralascia la lavorazione drammatica.
Provo a raccontare la trama di quello che reputo uno dei capolavori di Lumet: "Quel pomeriggio di un giorno da cani".
Due tizi rapinano una banca e fanno degli ostaggi, ma perdono il controllo e finiscono male.
Mmmm... insomma, il soggetto è discreto, ma piuttosto comune. Ce ne saranno centomila di film con un plot simile. Non basta (o basta?) aggiungere che i rapinatori sono omosessuali e stanno facendo tutto il casino per amore. Tuttavia nel film c'è una verità, una luce drammatica che ti apre gli occhi e il cuore, mentre la tragedia cresce fra cruda ironia e sentimento represso.
Ora racconto in breve la trama di "Onora il padre e la madre".
Due fratelli rapinano la gioielleria dei genitori. Ma va tutto storto e la madre muore nel tentativo fallito.
Metti di mezzo la famiglia e le varianti dell'omicidio intra-famigliare (o del sesso) e la storia acquista 10mila punti. Su questo sembra contare Sidney Lumet (oltre che sulla propria esperienza e su un cast della madonna) quando imbastisce questo drammone domestico di sicuro impatto. "So' bravo, c'ho degli attori che prendono l'oscar solo se respirano, un soggetto che i produttori ti firmano l'assegno a occhi chiusi, il colpo è sicuro. Facile, facile, come rapinare la gioielleria di mamma e papà..."
Ma qualcosa va storto. D'accordo, non così storto come nel film, ma questa sicurezza dell'avere un buon dramma sulla carta e sul notevole faccione di Hoffman blocca le potenzialità del film. Non sembra sentito. Ottimo mestiere: un grande stilista con della stoffa di qualità. Ma chissà perché dopo una volta che l'hai messo, il vestito si eclissa nell'armadio.

2 commenti:

  1. Davvero, la pensi così? Io ho adorato quel film, è uno dei miei preferiti!
    (Hoffmann fra l'altro è un grande :) :

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  2. Uhm... sì. La recensione è positiva, solo mi aspettavo di più da Lumet. Forse ho esagerato nell'ultima frase.

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